Quando nasce un bambino nascono anche una mamma e un papà, due nuovi genitori anche se “diventare genitori” è un work in progress.
La nascita di un bambino è vissuta solitamente come un evento felice.
Diventare madre rappresenta un importante evento di transizione per la donna che affronta significativi cambiamenti dal punto di vista fisico, personale e sociale.
Accettare questi cambiamenti può non essere facile, soprattutto se la gravidanza non è pianificata o è indesiderata. La gravidanza, così come i primi mesi con il piccolo, possono rappresentare un periodo emotivamente intenso e anche difficile. E’ possibile sperimentare ansia, timore di non essere all’altezza o paura di non riconoscere adeguatamente i bisogni del piccolo.
È importante riuscire a parlare di ciò che si prova con una persona di riferimento come il proprio partner, l’ostetrica da cui si è seguite o un’amica fidata. Condividere i propri vissuti o le proprie emozioni po’ far sentire meno sole e dare una sensazione di sollievo.
Anche gli uomini che intraprendono il cammino verso la paternità subiscono una profonda trasformazione sia per quanto riguarda la loro identità sia per quanto concerne gli enormi cambiamenti di carattere psicologico.
Come la madre, anche il padre o il futuro padre ha dei bisogni, delle domande e delle preoccupazioni. A volte, il desiderio di essere presente e affiancare la futura madre durante il parto potrebbe suscitare dei timori oppure può accadere che il nuovo padre sperimenti un senso di “terzo incomodo” o di esclusione dalla diade madre-bambino. Anche il padre ha una funzione fondamentale come quello della madre, quindi il padre non può essere escluso dalla relazione tra madre e bambino.Nonostante oggi ci si aspetti un ruolo sempre più attivo dei padri, non sempre ci si interessa alla sfera del loro vissuto emotivo.
La coppia oltre ad essere una coppia coniugale diventa una coppia genitoriale e la relazione si trasforma da diadica a triadica, non si è più infatti solo moglie e marito o compagni, ma anche padre e madre e questo comporta bisogni, aspettative, confronti, mansioni da svolgere in merito ai quali dialogare e condividere nuovi accordi.
Questo cambiamento porta all’acquisizione di nuovi ruoli e di nuovi compiti legati al “far posto” non solo fisicamente, ma soprattutto emotivamente al nuovo arrivato. Ciò non avviene in breve tempo soprattutto perché nei primi mesi del nascituro tanti sono gli aspetti legati al nuovo arrivato che una coppia deve imparare a gestire…rivedere le proprie abitudini, riorganizzare i tempi, ridefinire gli spazi di casa, ridistribuire i compiti… è normale all’inizio provare un senso di precarietà e di sconforto, ma gradualmente si potrà costruire un senso di armonia.
La nascita di un figlio innesca cambiamenti che trasformano radicalmente il rapporto tra i coniugi, richiedendo una ridefinizione delle modalità relazionali precedentemente costruito.
E’ importante che la coppia sia consapevole che l’equilibrio raggiunto in precedenza sarà continuamente messo in discussione dal nuovo arrivato e che sarà necessario ricrearne uno nuovo, ridefinendo ruoli e regole.
Gli spazi della coppia coniugale e della coppia genitoriale devono coesistere e ci vuole consapevolezza e impegno reciproci per riuscire a mantenerli in equilibrio.